Qualcuno ha detto ̶A̶p̶p̶l̶e̶, ehm, aspe… Swiss Design?
Qualcuno ha detto ̶A̶p̶p̶l̶e̶, ehm, aspe… Swiss Design?
C'è qualcosa di affascinante nel vedere il ritorno dello Swiss Design nella comunicazione visiva contemporanea, pensavamo di averlo lasciato in vesti eleganti da qualche parte sotto terra e invece eccolo qui che infesta le nostre pagine di Pinterest con mille reference e in fusione di stili più contemporanei e che abbracciano più l’apparente caos comunicativo.
Potremmo addirittura affermare che non se ne sia mai andato via. In effetti, in molti casi lo ritroviamo come regola d’oro delle composizioni grafiche - a livello accademico rimane un evergreen - in maniera tacita e sottile all’interno di begli impaginati grafici, oppure come alternativa alla regola delle colonne nei prodotti digitali.
Nel dubbio facciamo chiarezza su questo potente come back, ritornando agli albori, quando designer come Josef Müller-Brockmann e Armin Hofmann gettavano le basi di quello che sarebbe diventato uno degli stili più influenti nella storia del design grafico.
Nato in Svizzera negli anni ‘50, lo Swiss Style — o International Typographic Style — era un figlio della Bauhaus e delle avanguardie europee. Il suo manifesto? Chiarezza, ordine e una bellezza funzionale. Gli strumenti per raggiungere questo obiettivo erano pochi ma efficaci: griglie modulari per organizzare il caos, tipografia sans-serif per garantire leggibilità (ciao Helvetica!), composizioni asimmetriche per bilanciare movimento e struttura, spazi negativi per evitare il sovraffollamento e palette cromatiche minimaliste per comunicare con forza e sobrietà.
L’idea di fondo non era semplicemente estetica, si trattava di creare un linguaggio visivo che servisse lo scopo di veicolare informazioni in modo diretto e senza distrazioni. Pazzesco vero?
Oggi lo Swiss Design è più utilizzato che mai. I suoi principi classici si sono evoluti per abbracciare il digital, trovando spazio in siti web, app, interfacce utente e persino ambienti virtuali. Le sue griglie modulari ora strutturano layout responsive che si adattano a ogni schermo, gli spazi bianchi si trasformano in strumenti strategici per migliorare l’usabilità, le gerarchie tipografiche garantiscono una leggibilità impeccabile anche su dispositivi mobili e le palette cromatiche minimaliste continuano a creare armonia visiva senza sopraffare l’utente.
Facciamo un esempio normie per fare chiarezza, tipo le applicazioni nel design UI/UX. Una griglia ben progettata non è solo un retaggio del passato, ma un pilastro per organizzare contenuti visivi e interattivi. Gli spazi bianchi, o negativi, non sono mai davvero vuoti: lavorano per mettere in risalto elementi chiave come pulsanti o call-to-action. La scelta dei caratteri sans-serif, con pesi e dimensioni variabili, guida l’utente attraverso un’esperienza intuitiva. E la palette cromatica ridotta, con accenti audaci, crea interfacce che sembrano fresche, moderne e accessibili o come piace chiamarlo ai clienti: TIPO QUELLE DELLA APPLE (nessuna mela vera è stata maltrattata per questo).
Ma non è tutto. Lo Swiss Design è di nuovo d’impatto anche nelle rappresentazioni 3D e nei mondi virtuali. Qui, i suoi principi di ordine e chiarezza si fondono con nuove tecnologie per creare ambienti che combinano estetica e funzionalità. Pensate a uno spazio espositivo virtuale, dove ogni elemento è posizionato seguendo una griglia invisibile, e dove lo spazio è utilizzato con la stessa precisione di un manifesto tipografico degli anni ‘50. Pensate ma non rubate, idea mia…
Per i piccoli meloncini che vogliono attuare questo stile oggi, ecco alcuni suggerimenti pratici:
- Audit del design: Elimina tutto ciò che non è essenziale. Il minimalismo non è solo una scelta estetica, ma una strategia per concentrare l’attenzione su ciò che conta davvero.
- Prototipazione su griglia: Usa strumenti digitali che supportano layout a griglia per garantire coerenza, soprattutto nei progetti complessi.
- Spazi interattivi: Sfrutta lo spazio bianco per migliorare l’usabilità, soprattutto su dispositivi mobili. Ad esempio, aumenta la distanza tra pulsanti per evitare clic sbagliati.
- Tipografia sans-serif: Scegli caratteri come Helvetica o Univers, ma gioca con i pesi e le dimensioni per creare gerarchie visive efficaci.
- Palette cromatica contenuta: Limita i colori a pochi toni principali, aggiungendo accenti audaci per guidare l’attenzione.
E con questo chiudo, vi lascio solo con una domanda: come riformulare queste regole in spazi come i metaversi, dove sembra dominare il caos, e adattarle a fruizioni che rispondono oggi più ai principi dell'entropia che a quelli dell'ordine?
Quindi, ti è piaciuto? 💗
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